martedì 13 maggio 2014

Ecomuseo: le Due Porte



Titolo scheda: Le Due Porte


Luogo: Due Porte


Contrada: Contrada della Pantera


Categoria, tipo: Paesaggio, toponomastica


Data/periodo: IX-XI secolo / oggi


Descrizione: La sera del 16 giugno 1964, nei locali della Società costituita l’anno precedente, ovvero nelle stanze che ora ospitano le montare, l’economato e la cancelleria della Contrada, venne tenuta un’assemblea per stabilire quale nome assegnare alla Società ancora priva di denominazione. Furono avanzate tre proposte: Artiglio, Rampante e Due Porte. Quest’ultima, presentata dal contradaiolo Giancarlo Venturini, negli anni precedenti era stata anche il nome di una squadra di calcio composta da panierini e organizzata dai fratelli Livio e Umberto Poggiolini. La proposta del Venturini ottenne l’approvazione dell’assemblea e da allora la nostra Società porta il nome del punto più caratteristico del rione.
Ma cosa sono in realtà le Due Porte? Tanta è l’abitudine di passarvi, entrando o uscendo da Stalloreggi, che raramente ci osserviamo a osservarle, cosa che invece viene fatta con molta più attenzione dai turisti.
Secondo una vecchia tradizione, dalle Due Porte avrebbero avuto inizio due vie: una corrispondente all’attuale Stalloreggi e l’altra, che sarebbe stata distrutta nel tempo, diretta verso il Duomo. Non è vero, questa via non è mai esistita e prima di occuparci delle Due Porte, cerchiamo di smentire questa ipotesi.
Nel Costituto del Comune, di cui qualche anno fa si è celebrato il settecentesimo anniversario, non vi è traccia della strada in questione. Non è ricordata nemmeno in un altro documento di straordinario interesseper la ricostruzione della Siena medievale: lo Statuto dei viari del 1290, che si occupa della legislazione relativa alla conservazione delle strade e alle attività che era consentito svolgervi.
Negli anni trenta del novecento, Arturo Viligiardi (il massimo artista senese del secolo scorso) eseguì un disegno raffigurante le Due Porte viste dall’interno: un disegno logicamente un po’ fantasioso, ma sicuramente più vicino alla realtà di certe ricostruzioni moderne. Le Due Porte disegnate d Viligiardi sono somiglianti a strutture ancora esistenti in città come Milano, Verona, Biella: un doppio arco preceduto da una piccola piazza o da una via piuttosto ampia.
La Siena romana occupava l’area compresa tra piazza del Duomo e via delle Murella (Via Tommaso Pendola) e da via San Pietro al tratto pianeggiante di via San Quirico. Con la caduta dell’impero e l’inizio delle invasioni, Siena subì una forte contrazione ritirandosi sul colle che assunse il nome di Castel Senio o Castelvecchio. Questo andava dal vicolo del Contino proseguendo alle spalle dei palazzi sul lato di via Stalloreggi fino al termine della via: dopodiché arrivava in Pian dei Mantellini, fino all’oratorio di Sant’Ansano e tra le attuali via di Castelvecchio e Pendola, tornava al Contino. Si avevano almeno tre porte: la principale era la porta Aurea o porta al Castello, che si trovava al termine della salita che collega il Piano dei Mantellini con via Pendola, un’altra era all’inizio della discesa che da Castelvecchio scende in via San Pietro e l’ultima era in Stalloreggi, alla Madonna del Corvo.
Le Due Porte furono costruite tra IX e XI secolo, nel corso di un ampliamento della città. Dalla piazzetta delle Due Porte le nuove mura si sviluppavano in direzione del Santa Maria della Scala, da lì scendevano in via Franciosa e proseguivano verso la costarella. Qui si trovava la Porta Salaria, o Gallaia, che dava nome a una compagnia militare poi assorbita dalla Selva. Questa compagnia aveva uno stemma “parlante”, ovvero un emblema raffigurante l’oggetto da cui derivava il nome dell’istituzione rappresentata: un arco doppio sormontato da un gallo. L’asse viario costituito da Stalloreggi e da via di Città iniziava alle Due Porte e si concludeva in questo punto.
Le Due Porte segnarono un netto confine tra interno ed esterno della Città.
I due archi di Stalloreggi erano dotati di una doppia protezione: una pesante cancellata che veniva calata dall’alto e uno spesso portone che girava su quattro cardini. Le difese delle Due Porte respinsero nel 1247 un attacco dell’esercito fiorentino. La maggiore facilità nel difendere una anziché due porte portò i senesi a tamponare un accesso.
Sulle Due Porte in seguito verranno realizzati i tabernacoli di Via Stalloreggi e di piazzetta delle Due Porte.


Bibliografia: Grattapassere 2011, n.° I, p. 10-12

Autore scheda: Alsessandro Leoncini, Contrada della Pantera


Bene locale o bene diffuso: locale


Arco cronologico: IX-XI secolo / oggi


Parole chiave: Due porte, Siena romana, cinta muraria


Beni correlati: Tabernacolo di Stalloreggi, Tabernacolo di Piazzetta delle Due Porte


GIS: 43.315288, 11.327752

Tags: architettura civile, castelli e fortificazioni


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